LA NOSTRA PASTA

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Siamo onorati di essere i discendenti di Nazareno Strampelli e cogliamo l’occasione attraverso questa pasta per far conoscere a tutti

“il genio del grano”.

Nazareno nasce a Crispiero (MC) nel 1866 da una famiglia benestante. Durante la sua infanzia nelle campagne non rimane indifferente alla povertà della realtà contadina del tempo che, con intelligenza e caparbietà cercherà sempre di aiutare durante tutto il corso della sua vita.

Frequenta il liceo Classico e si laurea in Agraria a Pisa.

Ancora laureando, fonda nel 1891 a Crispiero con altri 34 soci la Società Agricolo-Operaia di Mutuo Soccorso, un’idea moderna di previdenza, assistenza e acquisto di beni di prima necessità in caso di malattia o carestia dei raccolti.

Ma la sua grande umanità la espresse con il suo instancabile lavoro per migliorare la produzione di grano in Italia, senza chiedere nulla in cambio. Solo in occasione del terremoto di Avezzano nel 1915 si distrasse dai suoi studi per accogliere e assistere i bambini orfani.

Nazzareno appena laureato prova la via accademica dell’insegnamento e vince nel 1903 la cattedra ambulante di granicoltura di Rieti come ricercatore. Iniziò il suo lavoro con una sola sedia come arredo del suo ufficio e grazie alle sue capacità di organizzatore la cattedra fu trasformata nel 1907 in R. Stazione sperimentale di granicoltura.  Nel tempo estese la sua azione in altri campi sperimentali in molte altre regioni d’Italia. Nel 1919 fu il primo direttore dell’Istituto Nazionale di genetica per la cerealicultura in Roma.

Nazzareno nel 1900 sposa Carlotta Parisani di nobile famiglia. Donna colta e intelligente, sostenne sempre le capacità e la genialità del marito come genetista. Guidata da un amore sconfinato per Nazareno, fu la sua prima assistente e collaboratrice, acquisendo una tecnica manualmente perfetta nella ibridazione del frumento. Per questo le fu dedicato il primo grano ibrido commercializzato nel 1914 il “Carlotta” ottenuto dall’incrocio del “Rieti” con il “Massy” adatto ai climi freddi, resistente alle ruggini e all’allettamento con ottimi risultati per l’incremento produttivo.

“Non vi è nulla che a forza di ricerche, non si possa penetrare” frase di Terenzio che ben rappresenta la tenacia che metteva Nazzareno nella sua ricerca. Con la tecnica dell’ibridazione voleva ottenere grani resistenti alla ruggine e all’allettamento. Realizzò delle specie che tenessero conto anche dei climi delle differenti zone d’Italia. Selezionò ben 800 incroci, cosa non semplice considerando le leggi mendeliane sulla disgiunzione dei caratteri dopo la prima generazione. Nazzareno, nella sua genialità tali leggi le aveva intuite prima di venirne a conoscenza nel 1905.

Nazareno Strampelli nel 1900 aveva messo le basi della sua “rivoluzione verde” (tecnica di ibridazione sul frumento). Nel 1925 Mussolini si deciderà a lanciare la “Battaglia del grano”, solo dopo aver avuto diversi colloqui con Strampelli, si convinse della fattibilità del progetto: l’auto sufficienza granaria. Nazareno sapeva che il solo lavoro scientifico era ben poca cosa se poi i suoi grani non si fossero conquistati uno spazio reale nel mondo produttivo dell’Italia. L’obbiettivo fu raggiunto nel 1933 con un utilizzo delle sementi elette sul 62 % del territorio nazionale.

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